Care sardine,
ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni amministrative di Bologna

e ci tengo a spiegare il senso di questa mia scelta, prima che venga svilito, falsato, infangato da chi lavora per far credere che la politica sia uno schifo, una melma, un tugurio di rozzi individui.

Non mi vergogno di ammettere che ho sempre creduto nella politica. Ci ho creduto quando Grillo sparava nel mucchio, ci ho creduto quando Renzi non riusciva a farsi da parte, ci ho creduto anche quando Salvini convinse gli italiani che chiudere i porti garantiva più sicurezza.

Ho avuto la fortuna di conoscere bravi politici, e mi sono sempre detto che siamo un popolo migliore di quello che ci hanno raccontato.

L’ho creduto a tal punto da convocare insieme a tre amici una piazza “alternativa”, che aveva il solo scopo di ristabilire una gerarchia tra bellezza e degrado, tra chi costruiva comunità e chi la lacerava nel profondo.

Come molti di voi sanno, per me l’esperienza movimentistica delle sardine doveva esaurirsi all’indomani delle elezioni del 26 gennaio 2020, trasformandosi in una realtà politica autonoma, con una nuova leadership legittimata dalla base e con l’obiettivo di unire le migliori energie escluse dai partiti e fare da collante nel mare aperto del centrosinistra.

Questo non è stato possibile per le ragioni che tutti conoscono ma ciò non significa che quel mare aperto non sia ancora lì ad aspettarci.

Ora si apre una fase nuova.

Perché c’è un tempo per arginare e un tempo per costruire. Un tempo per trincerarsi e uno per andare all’attacco.
Se smettiamo di ascoltare le nostre paure o di rivendicare le nostre differenze saremo più forti, più uniti.

Saremo maggioranza. L’Italia non è un paese di destra, al massimo è un paese frammentato a sinistra in cui sguazza la destra. La situazione della Calabria, ostaggio di egoismi e personalismi, insegna.

Vi diranno che siamo schiavi del PD, che gettiamo la maschera, che ci vendiamo per un posto in giunta.

Chi lo dice ha ruoli politici ottenuti non certo per etica, passione o abnegazione alla cosa pubblica; non si fa problemi a cambiare casacca in base ai sondaggi; usa il proprio profilo o la propria testata come gogna mediatica o fornace di fake news.

La verità è che hanno paura, perché qualcuno alle dinamiche da Prima Repubblica preferisce rimboccarsi le maniche e offrirsi alla politica, perché un giovane attivista sceglie di certificare un’alleanza partendo dal basso piuttosto che farsi blindare un comodo posto in Parlamento, perché a Bologna è nata una coalizione che replica il modello Bonaccini e lo migliora: le sardine; un PD che preferisce guardare a sinistra invece che ad Azione o Italia Viva; una lista che unisce i coraggiosi ecologisti di Elly Schlein e il civismo di sinistra di Coalizione Civica; un M5S depurato dai simpatizzanti della destra populista. Questa è la verità, tutto il resto sono illazioni da quattro soldi da parte di chi vuole silurarci perché tutto ciò che vi è di nuovo rompe l’idillio di uno status quo che a mio avviso è durato troppo a lungo.

Due anni fa le neonate sardine spronavano i cittadini bolognesi a “stare vicino ai nostri politici”. Oggi le sardine diventano grandi e invitano i giovani a non avere paura di metterci la faccia, a qualsiasi livello. Perché la democrazia va curata anche dentro alle istituzioni.

Del resto, candidarsi non è forse la più alta forma di mobilitazione politica?

Ecco che allora non si tratta di entrare nel PD o in altri partiti, significa dare il proprio contributo alla coalizione guidata da Matteo Lepore, una coalizione che il 4 ottobre vuole vincere con un ampio margine per dare una sveglia al centrosinistra nazionale e dal 5 ottobre vuole dimostrare cosa significa amministrare quella che mira ad essere la città più progressista d’Italia.

In un periodo storico in cui fare politica è un’onta e candidarsi è scandaloso io sono orgoglioso ed entusiasta di partecipare alla prossima campagna elettorale da candidato INDIPENDENTE nella lista del PD.

Da oggi e per il prossimo mese cercherò di spiegare ai miei concittadini che ho bisogno della loro fiducia per portare la mia esperienza di educatore, ricercatore, volontario, apprendista politico nel Consiglio comunale di Bologna, la città che mi ha formato politicamente e a cui intendo restituire tutto il bene che mi ha fatto.

Sarà una strada in salita, ma comunque vada il panorama lungo il percorso alla fine sarà mozzafiato, proprio come oggi