Non c’è Comune in Italia che non gli abbia intitolato una strada, una piazza. Partire da Fratta Polesine, da casa sua, significa riavvolgere un filo che lega idealmente tutto il Paese per ritornare alla dimensione dell’intimità. Casa, la provincia. E’ qui che Giacomo Matteotti nasce, nel 1885, è da qui che parte, come si usa dire, la sua vicenda umana e politica. E’ da qui che ripartiamo noi.

Giacomo Matteotti era un politico. Un socialista riformista, un antifascista. Fino all’ultimo dei suoi giorni ha lottato per un’Italia più giusta e democratica. E ha lottato contro i suoi sequestratori e assassini, il 10 Giugno 1924. Giacomo Matteotti ha lottato e perso, perché quando si è da soli contro molti in genere prevalgono i molti, che siano cinque sicari o qualche centinaio di parlamentari fascisti da affrontare tra i banchi dell’Aula. Con Matteotti perde (e muore) l’Italia democratica, quella parte di Paese che pure esisteva, messa definitivamente a tacere con il celebre discorso di Benito Mussolini alla Camera dei deputati il 3 Gennaio 1925.

Matteotti perde ma non è uno sconfitto. Ce lo dicono quelle strade e piazze che portano il suo nome. L’incessante attività di denuncia delle violenze e della corruzione del fascismo, portata avanti dal deputato polesano con estremo coraggio, costituisce una forma di resistenza che trova la sua legittimazione nella Liberazione compiuta molti anni dopo e nella nostra Costituzione. “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”, sono parole di Matteotti. Ripartire da Fratta, con un omaggio dovuto alla sua figura politica e storica, significa affermare che dopo un secolo quelle idee sono ancora vive, che quell’esempio può essere ancora d’attualità.

Il coraggio di non appiattirsi su posizioni di comodo, di far sentire la propria voce contro coloro che raccontano un Paese schierato tutto da una parte sola, il contrasto all’utilizzo della violenza come strumento di condizionamento politico: Giacomo Matteotti rappresenta tutto questo, ma non solo. Rappresenta, come detto, anche e soprattutto una politica capace di coniugare la difesa della libertà e della democrazia con l’impegno per la costruzione di una società più giusta. “Non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà”, affermava Sandro Pertini (e qui chiudiamo il cerchio).

Oggi sentiamo ripetere spesso che il vento è cambiato e soffia in una direzione precisa. Ripartire dalla terra di Giacomo Matteotti è anche un modo per rispondere che saremo attenti a non lasciarci trasportare, che non staremo fermi ma proveremo ad andare controvento.

 

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