Oggi in molti licei si è tornati a fare lezione in presenza al 50%. E così è accaduto anche nel Lazio.
Oggi, però, molti studenti hanno deciso di scioperare, perché se devono tornare a scuola, lo vogliono fare in piena sicurezza. C’erano classi presenti solo a metà e altre totalmente vuote.
L’idea dei ragazzi era quella di continuare a fare lezione in DAD. Tuttavia, nella scuola dove lavoro questa possibilità è stata esclusa. Se i ragazzi avessero voluto evitare rischi, non avrebbero avuto altra possibilità di fare lezione.
Sono stata assunta da poco come insegnante per una supplenza in un liceo di Roma. Ho fatto alcune lezioni in didattica a distanza e, oggi, sarebbe stato il mio primo giorno di scuola in presenza.
Oggi sono riuscita a capire meglio i bisogni di studenti e studentesse, continuamente combattuti tra il voler tornare a scuola e il timore di non farlo in sicurezza.
Come si fa a non aver paura? Per raggiungere la scuola ho dovuto prendere treno e metropolitana, e come me molti ragazzi. E sarà che oggi in molti hanno ripreso a spostarsi verso gli istituti scolastici, ma purtroppo il distanziamento fisico in treno non è stato rispettato. D’altra parte, come sarebbe stato possibile il contrario, dato che i treni erano affollati anche a causa di ritardi e mezzi soppressi?
Amo la scuola. L’ho sempre amata, anche da studentessa.
Avere la possibilità di trasmettere qualcosa dal vivo alle mie alunne sarebbe stato per me prezioso.
Così ho superato le mie ansie. Ho preso il treno delle 7, senza peraltro la certezza dell’incontro con loro.
La classe di una mia studentessa oggi ha scioperato. Stare in classe senza nessuno, per due ore, ad aspettare l’ora successiva e senza avere la possibilità di fare lezione, non è stato gratificante. Anche io avrei scioperato oggi, lo ammetto. Avrei anche accettato l’idea di continuare a fare didattica da casa, ma noi insegnanti dovevamo andare a scuola.
Per fortuna, comunque, ci sono state tre ore in cui ho avuto la possibilità di relazionarmi dal vivo con un’altra mia alunna. Nonostante le mascherine ci abbiano impedito di vedere appieno i nostri volti, è stato per me importante.
Mi chiedo, quindi, se non sarebbe stato meglio rimanere a casa, invece di rischiare di contagiarmi, esponendo al rischio anche i miei familiari, tra cui mia sorella disabile.
Tutto questo, per una classe silenziosa e spoglia.
Alessandra Quarto
Lettera scritta in occasione della riapertura delle scuole lunedì 18 gennaio 2021, inviata a redazione@6000sardine.it – se vuoi mandarci il tuo contributo sulla scuola, contattaci a questo indirizzo email.