Le tensioni al confine tra Ucraina e Russia vanno aumentando e si moltiplicano gli allarmismi per una guerra imminente.

Un conflitto non si può certo escludere, ma non è neppure così probabile, ovvero non rientra tra i reali interessi delle parti in gioco: Stati Uniti, alleati nella Nato, Russia e Cina.

È per questo motivo che il nostro invito è alla calma e alla comprensione approfondita delle dinamiche geopolitiche in atto, che segnano “semplicemente” uno dei momenti più importanti della storia europea dal 1989 ad oggi. A questo invito aggiungiamo un doveroso auspicio: la PACE.

Purtroppo però la distensione, strategicamente parlando, in questo momento non è nell’interesse di nessuna delle parti ed è per questo che si rende fondamentale l’intervento della voce della società civile. La nostra voce, la voce di tutti noi.

Cosa sta accadendo in Ucraina?

Da settimane la Russia sta accumulando forze armate ai suoi confini, minacciando un’invasione per fare leva su accordi commerciali relativi alle esportazioni di gas verso l’Europa.

L’Europa ha la necessità di forniture stabili di gas e questo non è un mistero. In tutta risposta gli Stati Uniti e gli alleati della Nato stanno accumulando anch’essi forze armate nel bacino di Mediterraneo, mostrando i muscoli e dichiarandosi pronti a reagire con forza in caso di invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Allo stesso tempo gli Stati Uniti inviano in Europa navi cargo cariche di gas liquefatto, come a voler lanciare un messaggio: “l’Europa può affrancarsi dalla dipendenza Russa grazie allo zio Sam”, per quanto laborioso sia il trasporto di gas via nave in confronto a tubazioni terrestri.

Questa prova di forza economica e logistica degli Stati Uniti aiuta a svelare due aspetti fondamentali della partita: la fedeltà (o meno) degli alleati nei confronti degli USA e il gasdotto Nord Stream 2 nei mari del baltico, completato a settembre 2021 ma non ancora entrato in funzione. 

Il Nord Stream 2, lungo 1.200 chilometri sul fondo del mare, va dalla costa baltica russa alla Germania nord-orientale, è costato 12 miliardi di dollari e segue lo stesso percorso del Nord Stream 1, completato più di dieci anni fa. Come il suo gemello, Nord Stream 2 sarà in grado di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia all’Europa, aumentando le forniture di gas a un prezzo relativamente economico.

Fortemente voluto dalla Germania, che entro il 2022 abbandonerà completamente l’energia da fissione nucleare (e dovrà pur compensare in qualche modo), il gasdotto Nord Stream 2 è sempre stato osteggiato dagli Stati Uniti perché foriero di un potenziale spostamento del baricentro geo-strategico verso est. 

Come si sarà intuito, questo braccio di ferro vede al centro l’Europa e la sua dipendenza energetica da potenze straniere.

Le nostre bollette alle stelle sono un riflesso di tutto questo. La Russia ha tutto l’interesse a mettere in ginocchio i cittadini Europei perché si scaglino contro i propri governanti e perché i governanti litighino tra loro. Destabilizzando l’area si creerebbero i presupposti per recuperare l’Ucraina sotto l’influenza di Mosca senza doverla invadere.

Gli Stati Uniti hanno tutto l’interesse a fare in modo che questo scenario non si realizzi e non perdono occasione per polarizzare l’opinione pubblica identificando in loro stessi “i buoni” (sai che novità!) e in tutti i paesi a est del mar Nero i “cattivi”. I media generalisti, affamati di semplificazioni di cui nutrire il grande pubblico, cavalcano quest’onda, restituendo ai cittadini un’immagine distorta e inadatta a favorire la reale comprensione degli avvenimenti in corso.

Per concludere… Storicamente un attacco dichiarato è un attacco fallito.

Per questo motivo riteniamo possibile ma improbabile lo scoppio di una guerra tradizionale. Piuttosto nelle prossime settimane è probabile che assisteremo ad attacchi cibernetici o altri attacchi “non attribuibili”, che metteranno sotto pressione gli alleati e imporranno loro una scelta di campo tra Stati Uniti e Russia.

Speriamo che tutte le parti in gioco sappiano reggere la pressione e, se si dovesse rendere insopportabile, speriamo che trovino la via della pace. 

A noi tutti, cittadini consapevoli e vigili, il compito di non trasformarci in “tifosi” di una partita che no, non vede da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. 

Se scoppia una guerra, di buoni non c’è traccia e anche la ragione si è persa per strada.

Andrea Garreffa
Un ringraziamento a Federico Petroni, Stefano Cibarelli ed Eugenia Benigni per i preziosi spunti, utili alla stesura di questa riflessione.