Lo scorso 4 novembre, la Camera dei Deputati ha finalmente approvato il Ddl Zan, presentato il 2 maggio 2018. Il Ddl ha passato questa prima fase dell’iter legislativo con 265 voti a favore e 193 contrari.
Il Disegno di legge presentato dal deputato Alessandro Zan ha come scopo l’aggiunta dell’omo-bi-transfobia, della misoginia e della disabilità, agli articoli 604- bis e 604- ter del codice penale, che puniscono coloro che si rendono protagonisti di reati come l’istigazione all’odio e comportamenti discriminatori per motivi religiosi, di etnia e razziali.
Tale modifica si configura come l’estensione di questi articoli e prevede sostanzialmente la punizione per chi commette atti violenti e discriminatori per motivi di orientamento sessuale, identità di genere, sesso (misoginia nella fattispecie) e nei confronti di persone con disabilità. Nonostante la Costituzione italiana preveda, all’articolo 3 comma 1, pari dignità sociale e uguaglianza dinnanzi alla legge senza distinzioni di sesso, razza, religione e opinioni politiche, nella realtà dei fatti ad oggi in Italia ciò non accade.
Questo Ddl si presenta necessario al fine di dare attuazione a quanto disposto dall’articolo 3 della Costituzione, poiché non è accettabile che nel 2020 violenza e insulti possano essere considerati “semplici idee” o “una mera espressione del proprio pensiero”. Tutto ciò non può essere accettato e non può trovare il benestare dell’ordinamento giuridico. Molti politici, e in particolare diversi esponenti di destra, hanno sostenuto che il Ddl Zan sarebbe una legge liberticida; liberticida perché nella loro idea di libertà , gli insulti sono un’espressione del pensiero e vietando a chiunque di offendere o usare violenza sulle minoranze, secondo loro, stiamo uccidendo la libertà di pensiero stessa.
Ebbene quotidianamente avvengono atti di discriminazione legati ad esempio all’orientamento sessuale; tutt’oggi, nel nostro Paese, molti ragazzi e ragazze vengono rifiutati dalle loro famiglie e costretti a lasciare la casa natia a causa delle loro preferenze sentimentali, del loro abbigliamento o della loro identità di genere. 138 sono le vittime di aggressioni omotransfobiche segnalate solo in questo 2020 ad Arcigay, con il 36% di persone che ha subito discriminazioni di media o grave intensità, vi si aggiungono poi le molestie alle donne, le quali subiscono quasi costantemente commenti sessisti e violenze poiché viviamo in una società che ancora vede la donna come un oggetto e la reputa inferiore rispetto al genere maschile, e gli atteggiamenti discriminatori verso le persone con disabilità, viste come “diversi” da insultare e discriminare. Questa legge trae la sua fondamentale importanza da tutti questi atteggiamenti minatori affinché tutti, anche coloro che vengono visti come “diversi”, per qualsiasi motivo, possano vivere tranquillamente e in pace senza sentirsi sbagliati o strani, senza sentirsi costantemente in pericolo. È di notevole importanza inoltre la creazione di centri di accoglienza per chi ne avesse bisogno, per chi proviene da famiglie che non sono in grado di comprenderli, che li rifiutano e spesso usano violenza su di loro. Perché non sempre la famiglia è il porto sicuro che dovrebbe essere.
In ultimo ritengo che sia molto importante l’educazione perché, il solo cambiamento dell’assetto istituzionale non è in grado di cambiare le menti e il modo di pensare. Una legge forse evita alcuni comportamenti ma non educa al rispetto dell’altro, chiunque egli sia. C’è l’urgenza di approvare e adottare programmi educativi e progetti che promuovano il rispetto per l’altro, la visione della diversità come un valore e non come una nota negativa. È necessario che tali progetti insegnino a guardare in profondità, oltre gli stereotipi di genere e non solo, oltre ai pregiudizi e alla mentalità bigotta che purtroppo spesso ci caratterizza. È necessaria l’educazione alla sessualità, alla comprensione e condivisione culturale e al rispetto dell’amore altrui. Bisogna educare le nuove generazioni all’apertura verso il prossimo e all’accoglienza, e contemporaneamente bisogna eliminare la paura del “diverso” in quanto il “diverso” fa paura solo fin quando non lo comprendiamo.
Dobbiamo abbattere i pregiudizi e formare bambini e ragazzi consapevoli, educati, affinché le nuove generazioni possano rivelarsi più consapevoli della nostra e di quelle passate, e rendere il mondo un posto giusto, un posto migliore.
Alessandra Quarto