Intervistiamo il presidente di Canapa Caffè, un’associazione di Roma che promuove l’uso di cannabis legale e terapeutica e la legalizzazione di quella ludica, Carlo Monaco. Da anni Carlo combatte con una legge ormai desueta che vieta alle persone di coltivare la marijuana ai fini terapeutici, come il più famoso caso di Walter Di Benedetto, balzato recentemente alle cronache per essere stato prima accusato di questo reato e infine assolto. Di seguito la prima parte dell’intervista.
La Legge 242 del 2016 ha legalizzato la cosiddetta cannabis light, che deve contenere una dose minima di principio attivo. Questo ha dato vita a molte imprese che la producono e la vendono. Può dirci quali aziende sono nate in seguito a questa legge?
Intanto c’è da precisare che con la legge 242 del 2016 si cercava di dare vita a un vero settore italiano della canapa industriale. La cosiddetta cannabis light non doveva essere prevista, anzi fu più volte boicottata anche dal legislatore durante la discussione del provvedimento: venne infatti cancellato uno dei punti che prevedeva la vendita di infiorescenze. Per fortuna chi era nei tavoli di lavoro riuscì a far passare i punti f e g, ovvero il florovivaismo, e l’uso dimostrativo, che racchiudevano in sé questa pratica. In realtà il pregiudizio, la mancanza di informazione, e anche le pressioni politiche non hanno dato il giusto input, né a livello regionale, né a livelli locali, per la realizzazione di veri impianti di trasformazione, che attraverso l’estrazione del canapulo avrebbero appunto tramutato la canapa in qualsiasi cosa: carta, bioplastica, biocombustibili o addirittura grafene.
Anche il settore alimentare, dopo un primo periodo di caos – in cui uscirono i più svariati prodotti contenenti le infiorescenze di canapa, come birra, caffè, tisane, dolci, formaggi, pesto e salse varie -, in seguito ad alcuni sequestri dei Nas e a varie multe, che hanno chiarito ai produttori che le sole parti utilizzabili a livello alimentare della pianta di canapa sono i semi, alla fine è rimasto bloccato. Non sono mai stati erogati i fondi per la realizzazione di impianti di trasformazione, mentre il limite di Thc per gli alimenti, rasente lo 0, ha scoraggiato anche i piccoli produttori di semi.
Dunque, per ritornare alla domanda iniziale, alla fine la legge 242/2016, grazie a una serie di fattori, ha dato vita principalmente a un mercato della cannabis light non regolamentato. Uno di questi fattori era la novità del settore, il boom avvenuto grazie a Easyjoint nel maggio 2017, e il fatto che, a differenza di altro, per produrre cannabis light non si richiedono grossi investimenti. Ma il Cbd, o cannabis light, si vende senza alcuna destinazione d’uso, con precise indicazioni di non utilizzare o inalarne il contenuto, come se fosse una sostanza alla pari di una vernice.
Nel corso degli anni, sequestri, arresti e multe hanno portato a stabilire che il limite di Thc presente nei prodotti della cannabis light dovrebbe essere massimo del 0,5%. Nei campi sarebbe consentito coltivare piante che raggiungono fino al 0,6% senza che il coltivatore incorra in problemi legali. Uso il condizionale perché invece in realtà si può sempre incorrere in processi per la produzione di sostanza stupefacente, oppure subire sequestri preventivi, spese legali e restituzione di merce.
Quali sono gli introiti dello Stato sotto forma di tasse versate per questa attività?
Tutte queste aziende hanno versato il 22% di Iva su ogni vendita, quindi gli introiti per lo Stato sono stati ingenti. Ma la poca regolamentazione, la mancanza di tracciabilità dei prodotti, la mancanza di un obbligo di analisi di sostanze adulteranti o nocive, hanno comunque favorito un enorme mercato nero.
Parliamo anche di canapa medica, mi risulta che la produzione di questa sostanza da parte dello Stato italiano sia tuttora largamente insufficiente rispetto alla richiesta da parte dei malati, nonostante sia la cura migliore per molte patologie gravi. E’ corretto? E quanta ne dovremmo produrre per soddisfare il fabbisogno nazionale?
La produzione nazionale di cannabis terapeutica in Italia è vincolata dal DM 9/11/2015 (decreto Lorenzin). In realtà sono quasi 20 anni che importiamo cannabis terapeutica dall’Olanda, da pochi anni anche dal Canada. In Italia nell’unico sito di produzione autorizzato, l’Istituto Chimico Farmaceutico di Firenze, non è riuscito a produrre quanto promesso. Al momento attuale si dovrebbero produrre almeno 2 tonnellate l’anno per non essere obbligati a comprare la cannabis terapeutica dall’estero.
Andiamo con ordine: le stime del fabbisogno di cannabis terapeutica effettuate annualmente dal Ministero della Salute sono al ribasso e come spesso lamentato si costringono spesso i pazienti a veri e propri periodi di carenza. Alcuni preferiscono il mercato nero o l’autoproduzione, ma sono vie non prive di rischi, soprattutto per chi ha già le proprie problematiche.
Per il 2021 le stime del fabbisogno italiano di cannabis terapeutica (sempre al ribasso) da parte dell’Oms – che lo scorso dicembre ha riclassificato la canapa come medicina – ammontano, come dicevo, a circa 2 tonnellate annue. Ma il Ministero della Salute ha al momento predisposto solo un acquisto di circa una tonnellata e la produzione di circa 500 kg. Inoltre i pazienti che necessitano di queste cure sono ogni giorno sempre di più. Dal 2018 la cannabis terapeutica può essere prescritta per qualsiasi tipo di dolore cronico, come un normale analgesico. Per questo motivo, se consideriamo tutte le patologie per cui la cannabis può essere di beneficio, potremmo un giorno utopicamente arrivare a contare circa 30 milioni di italiani potenziali utilizzatori cannabis medicinale, al posto dei normali analgesici.
Negli ultimi decenni anche in Italia l’utilizzo di farmaci analgesici e di psicofarmaci di tipo benzodiazepine è aumentato e la canapa può rappresentare una reale alternativa per molti dei pazienti che li utilizzano. Sempre nel 2018, il prezzo nelle farmacie della cannabis terapeutica si è abbassato a €9 il grammo, più il costo della preparazione. Resta comunque un’enormità per chi ha patologie croniche e necessita di un piano terapeutico di 50, 100, o più grammi al mese, o che comprende più tipologie di cannabis. In questo momento la legge è a vantaggio di chi non ha problematiche economiche. La prescrizione può essere effettuata da qualsiasi medico, anche quello di famiglia, o anche dal veterinario per i propri animali. Ma sono ancora pochi i medici aggiornati in tal senso.
Spesso dico che, sebbene in Italia abbiamo la migliore legge al mondo sulla cannabis terapeutica (perché in nessun altro paese al mondo viene erogata gratuitamente dal sistema sanitario nazionale), in realtà questa legge non viene rispettata. Sono pochi i pazienti che non la prendono a pagamento, sono tantissimi quelli che non hanno le capacità economiche. Invece di depenalizzare il reato di coltivazione, cosa che molti pazienti sono costretti a intraprendere, spesso si continua ad arrestare chi coltiva la propria medicina. Casi storici come quello di Fabrizio Pellegrini, Walter De Benedetto, ma anche il mio, ne sono la conferma.
Per un altro esempio, pensiamo alla conclamata carenza negli anni di medici specialisti nelle nostre strutture pubbliche: le erogazioni ospedaliere di cannabis terapeutica possono avvenire solo se uno specialista compila la richiesta all’interno di una struttura pubblica. Sono pochissimi gli specialisti preparati nel territorio nazionale, e spesso non possono o non vogliono andare contro la politica dell’azienda ospedaliera dove lavorano, un po’ come succede per l’aborto. Inoltre basta notare che le farmacie italiane che erogano con continuità la cannabis terapeutica sono poche, neanche 50 su un totale di circa 50.000 farmacie.
Intervista a cura di Laura Gobbo
Per leggere la seconda parte dell’intervista
Fonti
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Canapa Caffè
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DolceVita, Fermati, derisi dalla polizia, e accusati di spaccio per possesso di cannabis terapeutica, 24/6/2016.
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Giornale di Puglia, Puglia: sì all’unanimità per l’uso terapeutico della cannabis, 28/1/2014.
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Monaco C, La cannabis terapeutica in Italia, regione per regione, beLeaf, 5/5/2019.
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Quotidiano Sanità, Cannabis terapeutica. Onu elimina ostacoli a produzione e distribuzione. Perduca: (Ass. Coscioni): “Ora sta al Governo recepire la raccomandazione”, 3/12/2020.
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Quotidiano Sanità, Farmaci. Rapporto Osmed di Aifa: aumentano i consumi e la spesa che nel 2019 arriva a 30,8 mld, 5/8/2020.
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Ternelli M, Cannabis medica: perché c’è carenza nelle Farmacie Italiane, Farmagalenica, 12/1/2018.
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Zoom24, Manovra finanziaria, carica di bonus e incentivi: quasi 5 miliardi a disposizione, 21/12/2021.