La nostra rubrica è tornata!

Come promesso, ecco la seconda parte che racconta la settimana precedente alla manifestazione del 14 Novembre 2019 in Piazza Maggiore a Bologna.

Logistica e inviti erano un aspetto fondamentale della questione, ma restava una decisione da prendere: che nome dare all’evento?

Poche le idee sul tavolo, poi un’intuizione, una scommessa folle: 6000 sardine. Ci è voluto un rientro a Bologna in moto da parte di Mattia, sorpreso da un temporale, a fare in modo che l’evento fosse associato al mondo marino. Bagnato com’era, fermo ai semafori, non riusciva a pensare ad altro che all’acqua ed il giorno seguente condivise l’idea con Andrea, Giulia e Roberto.

“Sardine? Che stupidaggine. E va bene, ma almeno spariamola grossa… Che siano 6000, strette strette. Che siano più delle 5570 persone che al massimo può ospitare il Paladozza e che la Lega inviterà a partecipare per dare avvio alla sua campagna elettorale. Cerchiamo di vincere la guerra dei numeri ancora prima che questa venga combattuta! Cerchiamo di offrire ai partecipanti l’oggettività come espressione di rispetto della loro intelligenza. Non è possibile che Salvini, l’ultima volta che venne a Bologna, abbia affermato che ad ascoltarlo in piazza ci fossero centomila persone. Iniziamo smascherando le bufale! “. 

Andata!

6000 sardine.

Era ormai giunta a metà quella settimana quando ci fu un incontro per una birra in compagnia in via del Pratello, in un piccolo bar. Quella sera fu deciso come sarebbe dovuta essere la Piazza: festosa, creativa, colorata, senza odio, senza rabbia. Protagonista sarebbe dovuta essere la Piazza stessa o, meglio, i suoi partecipanti. Ad unire tutti cosa sarebbe potuto essere? Non cori, non urla… Allora cosa? Una canzone! Quale? Mmm… Bologna, il Nettuno, Lucio Dalla… Trovato! “Com’è profondo il mare”. 

Sarebbe stata l’arte ad esprimere una delle sue funzioni più vere e profonde: dare vita a una sentimento di riscatto e di cambiamento.

Durante l’intera settimana di lavoro organizzativo, c’era nell’aria qualcosa di particolare. 

La città aveva una voce strozzata in gola, aveva un sentimento represso che cercava una via di sfogo. Bastò un po’ di sensibilità per intercettare quel sentimento e provare, senza niente da perdere, a dargli voce.

Ogni giorno questo sentimento cresceva sempre di più, fino a tramutarsi in vera e propria commozione il giorno stesso dell’evento. Una commozione vissuta da tutti, giovani e anziani, militanti o disullusi, increduli alla vista di un mare di gente che, uscendo semplicemente di casa, aveva affermato con forza lo sconforto della solitudine e la volontà di ritrovarsi uniti.

La mattina del 14 novembre, sulla porta di accesso pricipale del Paladozza, fu affissa una piccola sardina bianca. Le poche persone presenti guardavano indifferenti quella scena, mentre il personale della sicurezza intervenne a chiedere spiegazioni. “Nulla nulla, vogliamo solo fare una foto e togliamo il disturbo”. Sì, come no!

Nessuno sapeva ancora cosa sarebbe successo quella sera. Andrea, Mattia, Giulia e Roberto erano riusciti nel mantenere il segreto della loro idea, a non svelare la sorpresa che avevano preparato per la città. 

Nessuno poteva nemmeno minimamente immaginare cosa sarebbe successo, ma la vibrazione nell’aria si faceva sempre più forte…

Da quel giorno la vita di moltissime persone, d’improvviso, cambiò. C’è chi iniziò a trottare di tv in tv, chi, nell’ombra, iniziò a dare una mano e chi, sceso in Piazza, iniziò a credere di poter contribuire all’onda del cambiamento… Di poter sconfiggere quella forza politica che già cantava vittoria con tanta arroganza e spocchia…

Ma chi sono le 6000 sardine oggi?

Oltre ai quattro fondatori, chi sono i ragazzi e le ragazze che, ogni giorno, dedicano gratuitamente tempo, tra gioie e dolori, successi e scivoloni, alla vita delle 6000 Sardine?

Inizieremo il nostro racconto da una persona davvero speciale: “Chi è…?”

Vi aspettiamo Giovedì, qui alla stessa ora.

A presto!