Quando abbiamo pensato di organizzare una scuola di formazione, l’obiettivo era chiaro a tutti e tutte: tracciare un percorso di crescita culturale e sociale, nel quale coinvolgere chiunque condivida la nostra passione per le parole che in questi tre giorni hanno guidato i nostri passi: politica, giustizia e pace.

A ritroso, come cita un famoso slogan tanto invocato nelle manifestazioni di BLM, non vi è pace senza giustizia, così come non vi è giustizia senza politica. In molti contributi dei relatori abbiamo rinvenuto come, alla base dalle diverse esperienze politiche, vi fosse proprio un profondo sentimento di ingiustizia per lo stato del mondo. Dalla sua metabolizzazione, per tanti e tante, è scattata la scintilla che ha permesso di compiere il primo passo negli affari pubblici, da attivisti, giornalisti, uomini e donne di partito.

Ecco, allora, che per sviluppare la voglia di cambiare le cose non può mancare una propedeutica voglia di comprendere come le cose effettivamente stiano. Una manciata di secoli addietro, un pensatore fiorentino sosteneva che siano solo i potenti a conoscere la “realtà fattuale”, mentre ai governati non possa che spettare la mera “immaginazione” delle cose. Per questo, il primo compito che spetta a chi vuole davvero partecipare al genere umano sta nel superare l’immaginazione: dobbiamo usare il potere che abbiamo per scavare nella realtà sociale, trovando in essa le ragioni delle umane condizioni. Con la consapevolezza che, se vogliamo far parte a pieno di una comunità, della comunità, e avere il diritto di chiamarla in questo modo, dobbiamo sconfiggere la malattia dell’indifferenza, e tendere una mano all’altro, agli altri.

Quelli che troverete nei podcast sono gli interventi di chi ci ha accompagnato in questi piccoli ma significativi passi; alle storie personali si uniscono riflessioni di ampio respiro sulle fondamentali questioni del nostro tempo: la persistente liquidità dei corpi sociali; le grandi disuguaglianze razziali, di genere, economiche e ambientali; il clima di guerra che si respira tuttora in tante parti del mondo, anche molto vicino a noi. Il filo che unisce le riflessioni, e che speriamo sia apprezzato da chi ascolterà le registrazioni, è quello che lega i concetti sopra richiamati, che portiamo nuovamente all’attenzione del lettore: politica, giustizia e pace.

Condividiamo il nostro momento di formazione non per generosità, ma perché crediamo che sia soprattutto nello scambio di idee che prende forma il cambiamento più grande: quello verso una società più giusta, la pace del genere umano.

Buon ascolto!

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